Lo hanno chiamato «cimitero degli imperi». L’Afghanistan un Paese difficile, con una geografia complicata, diviso in etnie, fazioni religiose, popolazioni guerriere e tradizioni tribali profondamente conservatrici, nemiche della modernità. Il clamoroso fallimento della coalizione internazionale a guida americana dopo vent’anni di presenza nel Paese conferma appieno la nomea che l’Afghanistan si è conquistato nella Storia. Ma quest’ultima debacle, in cui l’Italia è pienamente coinvolta al pari con gli altri partner europei, non è ancora stata esaminata, studiata e neppure lontanamente discussa.
Un ambiguo velo di rimozioni e cose non dette pesa sulla vicenda della presenza della coalizione internazionale appena sconfitta dai talebani. Dunque, ben venga «Afghanistan. Di guerra in guerra», il documentario che Rai Tre manda in onda il 3 dicembre alle 21,25. Si tratta una coproduzione internazionale, con Arte e la presenza franco-tedesca, che parte dal periodo dell’invasione dell’Armata Rossa, si allunga alla guerriglia delle milizie mujaheddin, quindi al primo regime talebano, all’invasione americana dopo l’11 settembre 2001 e cerca di inquadrare questi ultimi, drammatici mesi. Un tentativo per cercare di capire e magari evitare di ripetere gli stessi errori nel futuro.
3 dicembre 2021 – Aggiornata il 3 dicembre 2021 , 15:49
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